Rise Up 4 Climate Justice

La raffineria di Stagno è un caso paradigmatico del modello di finta transizione voluta dal governo Draghi e dalle multinazionali del fossile.

Da un lato, si vuole realizzare un progetto di “bio-raffineria”: non c’è ancora chiarezza sulla riconversione in bio-raffineria, ma il modello resta quello delle centrali di Gela e Marghera, dove ci si limita a produrre un additivo “bio” a partire da oli esausti e di palma che ammonterà al solo 15% del prodotto finito.

Un processo fintamente verde che inasprirà la situazione di degrado ambientale più che decennale di Stagno che non avrà alcun impatto sull’occupazione.

Chi continua ad agitare il conflitto tra salute, lavoro e ambiente, lo fa in maniera strumentale: la devastazione di un territorio e i rischi sulla salute dei cittadini non sono accettabili per pochi posti di lavoro in più.

Dall’altro, resta ancora la possibilità che Eni riceva soldi pubblici per realizzare un “gassificatore di rifiuti”, che oltre a mantenere un modello di smaltimento del rifiuto invece che di riciclo – tramutare rifiuti in in metanolo, poi immesso nell’atmosfera – è un impianto pericoloso non solo per i residui prodotto – CO2 – ma anche per le lavorazioni finali.

Per entrambi questi progetti, sono previsti almeno 500 milioni di fondi pubblici presi dal Recovery Fund.

Eni Continuerà a fare profitti sull’inquinamento e le fonti fossili, con l’aiuto dei soldi dei cittadini.

Sta a noi cominciare a ribaltare il piano.Inoltre, il presidio di oggi è stata l’occasione per avviare una vera discussione partecipata sulla transizione e sull’utilizzo dei soldi del PNRR, che il governo Draghi ha progettato all’oscuro di tutti.

Questo è inaccettabile, soprattutto nei confronti di un territorio come quello di Stagno che risente di un dissesto ambientale strutturale, che ha bisogno di cambiamenti radicali.

È l’occasione per tenere insieme le tante vertenze della regione. Infatti, sono intervenut* anche attivist* che si battono contro la devastazione delle Alpi apuane, l’avvelenamento da “Keu” venuto fuori con le ultime inchieste sulle concerie, l’apertura di nuovi inceneritori e della gigantesca discarica del Limoncino (LI).

Vogliamo avere parola sulla destinazione dei fondi per la Transizione del Recovery Fund.

Vogliamo una transizione che sia radicale, legata alle energie pulite al 100% e alla bonifica, senza profitti, dei territori.

Vogliamo che a pagare sia chi, come Eni, ha inquinato facendo profitti.

Vogliamo risarcimenti riparativi per i Paesi del Sud Globale con cui ENI e le altre multinazionali energetiche hanno contratto un enorme “debito climatico”.

Vogliamo piena continuità di reddito a tutti i lavoratori e le lavoratrici impiegati negli impianti in chiusura o ristrutturazione

Many Against Eni – Manifestazione a Stagno

Intervento del Csa Intifada/Comunitàinresistenza Empoli sull’Inchiesta Keu Bonifica subito della SR #429bis

Video: https://www.facebook.com/comunitainresistenza.empoli/videos/784307042274351