⚒️ BASTA VelENI!!! ⚒️

Basta morti sul lavoro!

Vincenzo, Carmelo, Gerardo, Franco e Davide, questi i nomi che si vanno ad aggiungere alla interminabile lista dei morti sul lavoro.

Alle loro famiglie, ai loro amici e compagni di lavoro vanno le nostre sincere condoglianze.

Lunedì 9 dicembre, nell’impianto ENI di Calenzano, si è consumata l’ennesima tragedia sul lavoro.

La seconda in Toscana di questo tragico 2024, dopo quella del cantiere Esselunga a Firenze, in cui il numero delle vittime è impressionante. In questo momento due dei numerosi feriti ricoverati stanno lottando per vivere, a loro va il nostro pensiero.

La tragedia che si è consumata lunedì poteva, tuttavia, avere un epilogo ancor più tragico se consideriamo l’ubicazione dove è avvenuto l’incidente.

Siamo a meno di 50 metri dalla linea ferroviaria Firenze-Bologna, a meno di un chilometro dall’autostrada A1, a poco più di 5 dall’aeroporto Vespucci e nel bel mezzo di una zona industriale con migliaia di operai, il centro commerciale I Gigli e numerosi hotel.

A prescindere da chi è arrivato prima, l’impianto o tutto il resto, è normale un impianto così pericoloso nel bel mezzo di un area così densamente popolata? Inoltre, per l’ennesima volta, si è fatto qualcosa per ridurre gli incidenti sul lavoro?

A nostro parere no, anzi, le condizioni di precarietà diffusa, i ritmi di lavoro dettati esclusivamente dal massimo profitto e l’età per il pensionamento sempre più lunga sono tra le cause degli incidenti.

Vogliono farci credere che padroni e dipendenti siano sulla stessa barca, non è così, mentre i primi si arricchiscono gli operai rischiano la vita ed hanno stipendi tra i più bassi in Europa, spesso al di sotto dei 9 euro l’ora previsti dal salario minimo che qualcuno propone.

Il governo ha presentato un disegno di legge denominato sicurezza in cui non c’è niente rispetto ad una vera e propria emergenza come quella dell’insicurezza sul lavoro.

Il DDL sicurezza è rivolto contro i poveri e non contro la povertà, non si parla di omicidio sul lavoro ma si cerca di limitare il dissenso e le forme di protesta, si colpisce così la lotta di chi manifesta contro le ingiustizie o denuncia situazioni di insicurezza.

La sicurezza che chiediamo è quella nei luoghi di lavoro, è quella di un futuro per le nuove generazioni, quella di poter migrare, quella di poter avere libertà di pensiero e poterlo esprimere senza rischiare di essere etichettati come sovversivi.

Anche per questo saremo al corteo nazionale a Roma di sabato 14 dicembre contro il
DDL sicurezza del governo Meloni.

CSA Intifada/Comunità resistenza Empoli