Sabato Giornata di mobilitazione la mattina ad Empoli e il pomeriggio a Castelfiorentino
Al fianco dei popoli curdi e saharawi
Per chiedere con forza la liberazione di Gabriele Del Grande
detenuto in Turchia da oltre 10 giorni.
Libertà per Gabriele per tutti i giornalisti e gli oppositori del regime fascista di Erdogan
#Empoli domani mattina alle 10 in Piazza dei Leoni presidio
per la Iiberazione di Gabriele Del Grande recluso da oltre 10 giorni dal regime turco. Partecipiamo tutte/i!
https://www.facebook.com/events/417378771969428/?notif_t=plan_user_associated¬if_id=1492786502930351
#Castlfiorentino 25 aprile con Curdi e Saharawi.
https://www.facebook.com/events/408302092879345
Gabriele Del Grande , noto attivista per il diritto alla libertà di movimento, animatore del blog Fortress Europe, fra i registi del film “Io sto con la sposa” è da giorni in stato di fermo in Turchia.
L’arresto è avvenuto nella provincia di Hatay, al confine tra Turchia e Siria, in un’area ad alta tensione. Non si conoscono ancora i motivi del fermo, né i tempi della liberazione di Gabriele, che da oltre 10 giorni non ha contatti all’esterno né ha la possibilità di parlare con un avvocato.
Quanto avvenuto è l’ennesima prova del livello infimo di libertà di informazione in Turchia. Nel paese la stretta è sempre più forte, specialmente dopo il fallito golpe di luglio e i ricorrenti attentati terroristici, utilizzati per stringere il cappio intorno alla società in termini di limitazione dei diritti sociali e politici.
La vicenda curda attraverso il racconto di Ivan Grozny Compasso autore del libro “Kobane dentro”. I Curdi sono una popolazione più oltre 40 milioni di persone divisi fra Turchia, Iran, Iraq e Siria; rappresentano a livello globale il popolo più numeroso senza uno status politico e giuridico.
Oggi la questione curda è arrivata all’ordine del giorno della politica. E’ una delle grandi sfide politiche del ventunesimo secolo. La lotta per l’autodeterminazione curda, è anche espressione della lotta per la democrazia, per la convivenza fra tutte le etnie, culture e religioni. L’esperienza di confederalismo democratico, messa in piedi dal 2012 nel Rojava (kurdistan siriano), insieme agli Arabi, agli Assiri, agli Armeni, ai Turcomanni e ai Ceceni, è l’unica via in grado di arginare i massacri quotidiani nella regione. La definitiva soluzione della questione curda influenzerebbe notevolmente la situazione nei quattro Stati chiave del Medio Oriente.
Il movimento di liberazione curda si concentra oggi principalmente in Turchia. Nel corso degli anni i Curdi hanno conquistato molti spazi nella politica e nella società e un’infrastruttura politica e sociale che li ha messi nella condizione di saper autoamministrare i propri territori. L’intento di questa giornata è quello di contribuire a rompere il silenzio che governi europei e media hanno fatto calare su quello che accade in Turchia e Siria del nord. Due anni fa tutti celebravano gli eroi di Kobane, oggi i curdi vengono incarcerati e massacrati nella complice distrazione dell’Europa. Tutto sembra permesso a Erdogan, purché fermi con ogni mezzo profughi e migranti, anche la restaurazione della dittatura e la repressione brutale di ogni dissenso.
In questo contesto occorre inscrivere anche il referendum costituzionale del 16 aprile 2017. Gli osservatori internazionali presenti in questa occasione in Turchia hanno potuto constatarne la non conformità sia rispetto alle convenzioni internazionali sottoscritte dalla Turchia sia alle stesse leggi nazionali turche. La consultazione scrivono “si è svolta sotto lo stato di emergenza, minando in questo modo gli standard democratici del governo della legge; arresti di massa di iscritti a partiti e giornalista e perfino rappresentanti ufficiali di partiti di opposizione rimossi all’ultimo minuto e sostituti dall’AKP nei seggi”.